Lo Iaijutsu (arte dell’estrarre la spada e tagliare) si sviluppò durante il periodo Muromachi e Sengoku (1200-1600 ). Le tecniche di iaijutsu consistono nel rispondere ad aggressioni improvvise estraendo la spada dal fodero e, con lo stesso movimento dell’estrazione, rispondere all’attacco con una parata o con un contrattacco. Il più vecchio sistema codificato è quello del Maestro Hayashizaki Jinsuke Shigenobu e la sua scuola Shin Muso Hayashizaki Ryu. Sotto l’influenza di Hayashizaki i suoi seguaci fondarono diverse scuole come il Tamiya Ryu, l’Hoki Ryu, il Sekiguchi Ryu e il Muso Ryu. Durante il periodo Edo nel XVII secolo esistevano ancora ben 200 scuole di iaijutsu. L’approfondimento dell’aspetto filosofico portò alla trasformazione dello Iaijutsu in Iaido. La traduzione letteraria del termine Iaido è “La Via dell’unione degli esseri”: si intuisce quindi che il fine ultimo di questa disciplina trascende quello di vincere uno scontro per mezzo di una tecnica. Ad un livello approfondito di conoscenza, e dopo anni di pratica austera e reiterata, lo Iaido consente una armonizzazione dell’individuo con sé stesso, con gli altri e con l’ambiente circostante: anticamente questo stato mentale-spirituale consentiva di arrivare alla premonizione della volontà d’offesa che può nascere in un avversario, oggi viene utilizzata per una crescita globale dell’individuo. Si può allora comprendere come la frase del monaco zen Dogen Zenshi “Shi Kan Ta Za”, che significa “stare semplicemente seduti”, crei un ponte fra lo Iaido e lo Zen suggerendo che, nello Iaido come nello Zen, il punto di arrivo della pratica sia quello di poter, con la semplice presenza, creare e antenere la condizione migliore per lo sviluppo degli esseri, viventi e non, ossia quella di pace e armonia.